Thinkers and Makers: ti presentiamo l’ingegnere Daniel Szigeti, l’amico smart dell’industria ferroviaria

Daniel Szigeti vive con la sua famiglia in Germania e, in Akkodis, si occupa di progetti nel settore ferroviario. Come molti di noi, negli ultimi due anni Daniel ha cambiato il suo modo di lavorare. In questa intervista ci spiega perché lo smart working ha sia vantaggi che svantaggi e ci parla della sua passione per la fotografia degli spazi urbani.

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12th of October, 2022

daniel

Daniel Szigeti, specialista di conformità tecnica, convalida e documentazione, è entrato in Akkodis all’apice delle restrizioni dovute al Covid-19. Cominciare un nuovo lavoro senza la possibilità di incontrare i colleghi di persona è stato difficile, afferma, ma si è ben presto adeguato alla situazione.

Lo smart working e il lavoro ibrido hanno anche aspetti positivi. “Al momento, mi reco in ufficio dal cliente una volta a settimana. L’alternanza tra l’incontrarsi di persona e il lavorare da casa il resto del tempo funziona molto bene”.

Per cominciare, Daniel, potresti dirci qualcosa di più sul tuo lavoro?

Sono specializzato nel garantire che i progetti ferroviari rispettino le norme. Ad esempio, raggiungono la funzionalità desiderata? Ci sono problemi di sicurezza?

Al momento sto lavorando per due clienti del settore ferroviario: per uno completamente a distanza, per l’altro in modalità ibrida.

Raccontaci qualcosa in più su di te.

Sono ungherese, ho una moglie e un figlio di 14 anni. Viviamo in una cittadina a sud di Braunschweig, in Germania. Ho anche una casa a Budapest, da dove lavoro di tanto in tanto.

È stato difficile entrare in azienda durante il Covid-19?

Non sono una persona che ama fare networking, però mi piace conoscere i miei colleghi. Quando ho cominciato, ho dovuto abituarmi a lavorare insieme a loro senza i momenti informali, come ad esempio prendere un caffè insieme. Spesso sono questi i momenti in cui ci si scambia informazioni, ed è un aspetto che mi è mancato.

Tuttavia, il telelavoro comporta anche dei vantaggi: ci sono clienti situati molto lontano e che impiegherei  tempo a raggiungere, se dovessimo incontrarci di persona. Adesso possiamo fare tutto su Teams. Non dover fare su e giù significa avere più tempo da passare con la mia famiglia al mattino.

In che modo Akkodis ha soddisfatto le tue esigenze lavorative?

Akkodis mi permette di lavorare a distanza dall’Ungheria, cosa che va bene anche ai miei clienti. Posso così passare del tempo con la mia famiglia a Budapest e, durante le vacanze scolastiche di mio figlio, possiamo andare assieme in Ungheria, il tutto mentre io continuo a lavorare.

Mi sono dovuto un po’ organizzare per lavorare da casa, dal momento che condividevo gli spazi con i miei familiari, ma è andato tutto bene, ci siamo messi d’accordo, quando avevo bisogno di restare da solo.

Uno dei miei clienti mi ha chiesto di andare da lui una volta a settimana e mi va benissimo. Ovviamente possiamo incontrarci anche in altri momenti, se ci sono punti di cui dobbiamo discutere. Incontrarsi può davvero accelerare la comunicazione con il team. Il sito dista appena 12 km e posso raggiungerlo in bici o con il pullman, che sono alternative più rilassanti dell’auto.

Sembra proprio che Akkodis abbia reso facile la tua transizione al nuovo lavoro?

Sicuramente. Anche prima di Akkodis lavoravo da casa due giorni a settimana e mi piaceva. Certo, lo smart working è più semplice se conosci già le persone dal vivo. Gli aspetti non verbali della comunicazione sono senza dubbio importantissimi.

Il telelavoro funziona se hai bisogno di un po’ di tranquillità, come ad esempio nel mio caso, quando devo risolvere delle equazioni. In questo caso, imposto il mio stato Teams su “occupato”, così da potermi concentrare sul lavoro senza interruzioni. A volte metto anche le cuffie e ascolto musica.

Inoltre, se i colleghi vivono lontano - alcuni dei miei colleghi sono sparsi per la Germania e in altre parti del mondo - sembra assurdo dover viaggiare così tanto, quando ci si può vedere comodamente online.

Cosa ti piace fare per rilassarti, quando non lavori?

Sono  amante della fotografia, un hobby che ho ereditato da mio padre. Adorava immortalare le sue esperienze con la macchina fotografica e mi ha trasmesso questa passione. Mio padre era anche un appassionato di sport e ha scattato tantissime foto che avevano a che fare con questo tema. Io non seguo il calcio o la Formula 1, ma mi piace fotografare le aree urbane, in particolare gli spazi pedonali, gli edifici, i trasporti pubblici, ecc.

Quando scatto una fotografia, si tratta di una semplice istantanea dietro cui si cela però una storia, che nel caso di una ferrovia o di un edificio può essere lunga centinaia di anni.

La storia mi affascina, perché è un processo. Un po’ come quelli di cui mi occupo come ingegnere.